MARVEL IT presenta:

I DIFENSORI

#62

DARKLADY RETURNS

 

Empire State Building, 666° piano

Topaz si risveglia dal suo sonno senza sogni, avvolta da lussuose coperte di seta. Si rigira nel letto, nel tentativo di tornare a dormire… quando improvvisamente si sente congelare, e si rannicchia per recuperare un po’ di calore.

-HmmMoloch, alza un po’ la fiamma infernale…

-La tua servitù è deludente, Topaz.

La voce maschile costringe la donna a svegliarsi di soprassalto; nella sua camera da letto, seduto su una sedia che non dovrebbe esserci, c’è un uomo in abiti da prete completamente rossi. Siede scalzo a gambe incrociate, tenendo in mano la testa del demone servitore, e non sembra preoccupato di vedere Darklady alzarsi dal letto con addosso il proprio costume e circondata da un’aura di energia mistica nera.

-Come hai fatto ad entrare !?

Gli occhi dell’intruso si stringono, e solo guardarli toglie un po’ di sicurezza alla strega.

-Non ho ancora finito di parlare. Non mi piace essere interrotto.

-Fuori di qui !!! – grida Darklady, rilasciando una potentissima scarica di energia mistica sull’intruso, sufficiente a ferire mortalmente qualunque divinità minore.

L’attacco di dissolve ben prima di raggiungere un bersaglio; un piccolo cenno dell’intruso, ed un pesante collare di metallo appare attorno al collo di Darklady stringendosi sempre di più.

Nonostante diversi tentativi di incantesimi, la morsa continua a stringersi dolorosamente, costringendola a restare in ginocchio.

L’uomo accarezza la testa del demone come se fosse un gatto, e parla.

-Meglio. Non ho la pazienza per queste cose; è molto, molto raro che io mi immischi in faccende di così poco conto.

-Chi sei… che cosa…vuoi da me… - riesce con estrema difficoltà a chiedere Darklady.

-Ho avuto molti nomi e molti volti, ma puoi chiamarmi Zel. Sono un demone cardinale… un pezzo grosso dell’inferno, ed anche più sotto. Mi sei stata raccomandata da un mio vecchio collega, Lucifero… là sotto siamo rimasti piuttosto impressionati da te. Ho un lavoro da offrirti.

Tutta la magia della donna non sembra poter alleggerire di un grammo il peso del collare, che è così doloroso da farle credere di soffocare ma non così misericordioso da ucciderla.

-Sto…ascoltando…

Zel si alza in piedi, ed una clessidra d’ebano appare sul palmo della sua mano. Si abbassa leggermente per farla vedere a Darklady.

-Queste sono chiamate le Sabbie del Rimpianto. Possono fermare il tempo in tutto l’universo, ma non hanno potere su ciò che sta a cuore a chi le usa. Voglio che tu le porti nel mondo mortale e le usi.

-Cosa…ricevo…io…

-Una volta immobilizzata tutta la creazione, potrai fare tutto ciò che desideri… nessuno ti potrà ostacolare. Ti basterà ruotare la clessidra per far scorrere di nuovo il tempo, ma attenzione: le sabbie funzionano una sola volta per ogni persona.

-Non ci casco… ho già lavorato coi demoni… vorrai qualcosa in cambio…

-Mi hai preso per Mefisto, Topaz ? Non mi abbasso ad ingannare esseri piccoli come voi. Hai una sola occasione. Accetti ?

Il collare sparisce, e la donna tossisce più volte per liberarsi la gola. Poi si alza in piedi, fissando ancora l’intruso per poi decidersi finalmente a prendere in mano la clessidra.

-Avverto energie molto potenti al suo interno. Dove l’hai recuperata ? Zel ?

Alzando gli occhi dalla clessidra, Darklady si accorge di essere sola nella stanza. Sola e confusa.

 

Un appartamento di Manhattan

Patsy Walker appoggia le valigie sul divano, guardandosi attorno sorridendo.

-Allora, che ne pensi ? Ti piace ?

La Valchiria, con un piccolo baule portato come borsetta, osserva l’appartamento. O almeno, dovrebbe essere un appartamento; ricorda di aver visto regge molto più piccole.

-E’…spazioso. Sicura di poterti permettere cotanta spesa ?

-Fino a qualche anno fa era l’appartamento di Sersi… vi conoscete, vero ?

-Da qualche secolo. Se rammento bene, anche lei milita nei potenti Vendicatori.

-Sersi ha dato ogni genere di feste qui, e sai come vanno queste cose… non lo hanno più affittato per la paura di altri ospiti Devianti non graditi. Tra questo e il fatto che ho promesso al proprietario di trovargli un invito alla prossima festa… diciamo che il prezzo è molto più alla nostra portata, adesso.

-Sono in debito con te, Patsy… ma nel nome di Odino, ti ripagherò ogni spesa, una volta trovato un lavoro stabile.

-Hhmm… dovremmo lavorare un po’ sul tuo modo di parlare. Cerca di invocare gli dei il meno possibile ad alta voce, d’accordo ? Potrebbe sembrare… non lo so, strano ?

-Tenterò, Patsy. Ho già tentato di parlare alla guisa dei mortali… invero, ritengo di aver fatto più progressi in pochi anni di Thor in millenni.

-Apprezzo lo sforzo. Però, Val ? “Invero” non è più una parola da un centinaio d’anni.

La Valchiria risponde semplicemente storcendo la bocca, per sollevare una mezza dozzina di valige ed iniziare a spostarle verso la camera di Patsy, senza separarsi dal baule.

-Per l’Occhio di… “diamine”, di quanto vestiario hai bisogno ?

-Lo so, lo so… dovevo ricordarmi di portare anche le altre, ma andrò a prenderle io. Attenta alla… porta…

Per farsi strada nonostante l’ampio carico, la dea si fa strada con un po’ troppa forza staccando un pezzo di muro con una spalla.

Patsy alza gli occhi al cielo e sospira.

-“Qui ci passavano ogni genere di dei, sarà facile per lei adattarsi”…ottima pensata Patsy, ma la prossima volta portati qualcuno che trasmuti la materia col pensiero.

 

Empire State Building, 666° piano

Darklady osserva la clessidra, battendo nervosamente le dita sul tavolo su cui l’ha riposta.

-Ci dev’essere il trucco. Per forza. Rubarmi l’anima non gli servirebbe… non ha bisogno dei miei poteri… forse è un test di lealtà ?

Si accarezza il mento, continuando a pensare.

-Ci dev’essere il trucco…

 

Casa di Dane Whitman

Carol Danvers accarezza la Spada d’Ebano, stando attenta a non avvicinarsi alla lama. Un colpo di fucile a bruciapelo non lascerebbe il minimo segno sulla sua pelle, ma il più piccolo contatto con la lama maledetta le farebbe versare del sangue.

Osserva l’antica arma all’interno della teca, e in qualche modo si sente osservata a sua volta. Non le piace l’idea di questa… cosa… nella stessa camera da letto di suo marito; una delle poche cose in cui non è riuscita ad averla vinta su di lui.

Quanto sangue ha versato questa spada, si chiede ? Centinaia, forse migliaia di persone… colpevoli e innocenti… sono cadute su di essa.

Ha il massimo rispetto per la tradizione del Cavaliere Nero, ma riconosce che c’è qualcosa di sinistro dietro di essa.

-C’è qualche problema ? – chiede Dane entrando nella stanza.

-Niente, stavo solo… controllando la spada – risponde Carol sbrigandosi a richiudere la teca e a cambiare discorso chiedendo:

-Credevo stessi controllando le offerte sul giornale ?

-Ho sentito che qualcuno stava toccando la spada. Sai che devi stare molto attenta a maneggiarla, Carol… se versasse ancora del sangue, la maledizione…

-Lo so, lo so. Scusa, è solo che non credo di avere ancora… accettato questa parte della tua vita.

-Penso la stessa cosa ogni volta che la impugno – sospira il Cavaliere Nero.

I due sposi escono dalla stanza, e per rompere il silenzio Carol chiede sorridendo:

-Allora, nessun annuncio per uno scienziato spadaccino ?

-Qualcosa… ma nessuno accetterebbe prolungate assenze senza un’ottima spiegazione. E non voglio rinunciare ad essere il Cavaliere Nero solo per trovarmi un lavoro.

-Che cosa ne pensa Kyle ?

-Ecco… non sono sicuro di avergliene parlato ancora…

Carol incrocia le braccia e vola davanti al marito, guardandolo negli occhi.

-Dimmi che stai scherzando, Dane.

-Kyle mi darebbe un lavoro solo perché siamo amici… e perché sono il Cavaliere Nero. Per una volta vorrei che la mia eredità non interferisse col mio lavoro, okay ?

-Come vuoi… ma promettimi che gliene parlerai, se non trovassi un altro lavoro.

-D’accordo. Volevo comunque fare una bella chiacchierata con lui. Sta diventando sempre più… strano. E te lo dice qualcuno che dorme con una super-eroina e una spada maledetta.

-Potrei diventare gelosa, sai ?

 

Empire State Building

Una donna in tailleur nero esce dall’ascensore, camminando a passi rapidi verso l’entrata stringendo a sé la borsetta.

-Li conosco i demoni io… ci dev’essere il trucco da qualche parte…

Esce dall’albergo, estraendo una clessidra nera dalla borsetta e la tiene ferma davanti a sé, come se stesse recitando l’Amleto. Avverte le energie mistiche dormienti al suo interno… fremere.

-Mi credi così stupida da lasciarmi tentare da un trucco del genere, Zel ? Vorrai qualcosa in cambio…

Resta ferma per qualche tempo a riflettere sulla situazione, soppesando le promesse del demone.

Intanto, la vita di New York continua. Alcuni passanti stanno cominciando a guardarla con aria divertita… e il tempo sembra non passare mai.

-Oh, al diavolo – decide Darklady.

La clessidra viene capovolta. Le Sabbie del Rimpianto si muovono.

Tutto il resto si ferma.

 

Richmond Enterprises

Il centesimo uomo più ricco del mondo sta meditando sulla cima del suo grattacielo, nella posizione del loto… o qualcosa di simile. Sembrano tutte uguali.

Il suo udito mistico, quello che sostituisce gli occhi che gli sono stati strappati da Darklady, sta ascoltando l’intera città. Il suo respiro di macchine che si muovono, persone che parlano, vite che continuano… e la voce di una donna. Bionda.

“E’ lei ! Topaz !” – pensa Nottolone… ed è l’ultima cosa che riesce a sentire.

Immaginate di essere all’interno di una terrificante cacofonia, un insieme di tutti i rumori che avete mai sentito, e di concentrarvi su un unico, flebile suono.

Poi immaginate di non sentire assolutamente più niente. All’istante. Oh, tra l’altro siete anche ciechi.

Kyle Richmond cerca di alzarsi di scatto, vacillando perché non sente più niente. Non aveva realizzato quanto si fosse esteso il suo senso mistico… quante informazioni gli fornisse costantemente…

-Ho perso il potere ? Sento ancora la mia voce… il mio cuore… ma posso anche ascoltare il colore dei miei vestiti. E’ come…

Si muove a tentoni, cercando di ricordare il meglio possibile il percorso che ha seguito per arrivare qui.

-E’ come se non ci fosse più un solo rumore in tutto il mondo…

Kyle raggiunge la porta, scendendo con fatica le scale. Sopra la sua testa, gli uccelli in volo sono congelati in un fotogramma.

 

Un appartamento di Manhattan

-Wow – ammette Patsy Walker, osservando il contenuto del baule che costituisce l’unico bagaglio della Valchiria.

L’asgardiana solleva la Spada Cremisi, sulla cui lama sono impressi sette simboli rossi che cambiano forma ogni volta che li si guarda.

-Sì…è inve…è sicuramente un’arma ben forgiata.

-Cosa ? Oh, lascia stare quell’affare. Hai un solo cambio d’abiti !? Dov’è il tuo costume da Valchiria ?

-La mia uniforme appare quando lo desidero, Patsy. Ed un tempo, queste vesti sarebbero state considerate un lusso senza pari.

-Val, ho paura che prima o poi qualcuno dovrà farti arrivare nel ventesimo secolo… ed ho proprio paura che dovrò essere io.

-Non siamo nel ventunesimo ?

-Adesso non pretendere miracoli…

La Valchiria è pronta a replicare, ma prima che possa dire nulla l’intera stanza è immersa in tonalità di bianchi e neri. Le due donne si guardano attorno, aspettandosi un attacco… ma non succede nulla.

Si guardano a vicenda: anche i loro costumi e i loro corpi sono diventati in bianco e nero. L’unica cosa a mantenere il proprio colore è la Spada Cremisi.

-Okay. O questo è un attacco, o qualcuno sta girando un remake di Schindler’s List.

-Patsy… non riesco a sentire ciò che dici.

-Val, tu riesci a sentirmi ?

Lo sguardo di curiosità di entrambe nel vedere le rispettive labbra muoversi senza far rumore è abbastanza eloquente. Brunhilde sposta la spada in posizione di difesa, lasciando che un lampo bianco e nero trasformi i suoi abiti mortali nella “divisa” della Valchiria.

Quando prova ad aprire la porta della camera per uscirne, la trova bloccata. Dopo aver pronunciato parole di scusa che Patsy non può sentire, scardina la porta con una piccola spinta.

Una volta dall’altra parte, però, il tempo sembra riavvolgersi e rimettere rapidamente tutto a posto.

In silenzio.

 

Empire State Building

Darklady lascia andare la clessidra, che resta sospesa in aria senza cadere. Si guarda attorno, e sorride di gusto. Il silenzio bianco e nero è onnipresente.

Cose e persone sono assolutamente immobili; non c’è nemmeno un filo d’aria.

Con un gesto lascia cadere l’incantesimo di camuffamento, per riapparire nel suo costume di pelle nera sotto l’ampia Cappa delle Ombre.

-In qualunque cerchio dell’Inferno tu sia, Zel... ti devo delle scuse. Ora, da dove cominciamo a divertirci ?

La strega si solleva in aria, osservando con soddisfazione l’estensione di ciò che ha fatto… il cielo è grigio fino a dove si estendono i suoi sensi mistici.

Si concentra in particolare su una zona della città… il Greenwich Village. Sancta Sanctorum del Mago Supremo della Terra, per amor di precisione.

Darklady sorride.

-C’è una cosa che ho sempre voluto fare… spero che il dottore sia in casa…

Tenendo le dita in una particolare posizione e lasciando che tutto il suo potere venga a galla, si volta verso l’Empire Stare Building e recita:

-Per le fauci di Satannish e l’ira bruciante di Dormammu, che la lancia si erga fiera come Cyttorak e colpisca spietata come Zarathos !

Come sollevato da una mano invisibile, l’intero edificio si sradica dalle proprie fondamenta per alzarsi in cielo e capovolgersi; solo un istante per prendere la mira, e le centinaia di tonnellate di vetro e cemento precipitano verso l’elaborata finestra a scacchiera.

La distruzione è inimmaginabile. La casa del mago si disintegra, mentre l’intero Greenwich Village è raso al suolo dalla sola onda d’urto.

-Ha !!! E non faceva neanche rima !!! – esulta la donna.

Le macerie si ricompongono. La nube di polvere arretra. Il Sancta Sanctorum si ricompone. L’edificio si risolleva e ritorna al proprio posto… il tutto in meno di cinque secondi, se il tempo ci fosse ancora.

-Cosa diavolo… Zel !!! Non avevi detto che non avrei potuto distruggere niente !!!

 

Dall’altra parte della città

In volo sopra New York City, Miss Marvel trattiene il fiato. Il fatto che sente ancora il proprio cuore battere, ed il fatto che tra le sue braccia suo marito si sta ancora muovendo, sono l’unica cosa che le fa credere di essere ancora viva.

-Ho appena visto… quello che credo di aver visto !?

Il Cavaliere Nero non può sentire quello che lei dice, ma non può fare a meno di parlare… solo per convincersi di non essere impazzito.

-Tutto questo è impossibile… l’unica spiegazione è che qualcosa abbia fermato il tempo. Non sentiamo le nostre voci perché l’aria non si muove per trasmettere le vibrazioni sonore… ma allora non dovrei poter sentire neanche la mia voce. E se l’aria non si può muovere non dovrei poter respirare ! Cosa ne pensi, Carol ? Carol ?

Dane si volta per osservare il volto della moglie, e leggerne le labbra. Dicono più o meno:

-Non potresti fare lo scienziato dopo aver salvato il mondo ?

-A me sembra piuttosto rilassante…

La coppia si abbassa di quota per osservare meglio il fenomeno, dirigendosi verso il luogo del disastro. Nonostante tengano gli occhi bene aperti, non riescono a vedere assolutamente niente fuori dall’ordinario… finché una forte folata di vento quasi non li fa cadere.

Miss Marvel si guarda attorno per rintracciare la fonte dell’onda d’urto… e la identifica nella statuaria donna bionda che ha appena battuto le mani con forza sovrumana per attirare la loro attenzione.

Atterrano davanti alla Valchiria ed Hellcat, in cima al palazzo del loro appartamento.

I primi tentativi di comunicazione sono piuttosto goffi, fino a quando il Cavaliere Nero estrae la spada per incidere sul tetto delle lettere che si cancellano subito dopo:

-Nessuna idea ?

Hellcat sorride fingendo un breve applauso per complimentare l’idea; poi si abbassa per incidere una risposta usando gli artigli:

-Niente. Vendicatori ? Rintrah ?

Il Cavaliere Nero si limita a scuotere la testa; qualsiasi mezzo di comunicazione artificiale è inutile, ed il Mago Supremo non è rintracciabile.

Miss Marvel usa un raggio di energia concentrata per incidere un’altra domanda:

-Dov’è Kyle ?

Una gigantesca colonna di fuoco distrae la loro attenzione, illuminando di grigio il paesaggio in bianco e nero.

 

Richmond Enterprises

Il centesimo uomo più ricco del mondo raggiunge a tastoni il proprio ufficio, avvicinandosi a un armadio chiuso a chiave. Lo apre, senza sentire alcun rumore che gli dia indizi su cosa contiene… anche se, in qualche modo, lo avverte lo stesso.

Il costume di Nottolone. Il tempo cerca di riprenderselo mentre lo indossa, ma anch’esso deve arrendersi. Questo è il vero volto di Kyle Richmond, ormai; il filantropo miliardario è solo una facciata, un volto deturpato ormai nascosto sotto gli occhiali da sole.

Stringe il pugno, e quando lo riapre cinque artigli si azionano sulla punta delle dita. Le ultime migliorie al costume sembrano funzionare.

E’ ora di cacciare.

 

New York City, Fifth Avenue

Darklady cammina tra una delle strade più trafficate del mondo, furiosa. Il suo fuoco infermale non riesce a fare assolutamente nulla alla miriade di statue immobili che trova lungo la sua strada… e che naturalmente non possono notare la sua presenza.

-Maledetto Zel… così imparo a fidarmi di un demone ! Sapevo che doveva esserci il trucco… a che serve tutto questo potere se non posso farci niente ? Nessuno sa nemmeno che esisto !!!

La donna solleva una mano, pronta a rilasciare un’altra fiammata… ma il guanto nero è colpito da una scarica energetica brillante di luce.

Darklady si volta, avvolgendosi nel proprio mantello per proteggersi. Miss Marvel levita lentamente verso terra; il suo corpo emana energie aliene in ogni direzione, ed i suoi occhi sono ardenti fornaci di rabbia pronta a esplodere da un momento all’altro.

-Topaz… - saluta.

-Carol… - risponde Darklady.

Le due donne si guardano negli occhi per qualche istante, studiandosi a vicenda. Entrambe hanno pensato infinite volte al momento in cui si sarebbero incontrate di nuovo.

-Traditrice !

-Ipocrita !

Miss Marvel rilascia tutto quello che può in un unico devastante colpo di energia, a cui Darklady risponde attingendo alle proprie vaste energie mistiche in un torrente di luce nera.

Lo scontro tra le due antitesi è un qualcosa di sublimemente indescrivibile. E’ sufficiente dire che per poco tempo… prima che il tempo stesso si riavvolga su se stesso riparando tutti i danni causati dall’incontro di due rabbie represse di uguale entità… tutto ciò che si trovava a trecento metri dal punto d’impatto era poco più di una rarefatta nebbia grigia.

 

La Lama d’Ebano del Cavaliere Nero sposta parte della nebbia che retrocede da sola, mentre Hellacat e la Valchiria tentano una strada leggermente diversa nel tentativo di accerchiare il punto da cui proveniva l’esplosione.

Quando la vista si è schiarita abbastanza, Dane Whitman può finalmente vedere cosa c’è oltre la nebbia. Sua moglie è priva di sensi, sollevata per il collo da una Darklady che sotto il proprio spesso cappuccio nero sta chiaramente ridendo.

Dane dovrebbe essere sorpreso dal fatto che Darklady sia viva o di poter sentire la sua risata… ma il fatto che Carol non si stia muovendo non lascia spazio per altri pensieri.

-Lasciala andare, Topaz – minaccia, avvicinandosi alla nemica brandendo la spada come se avesse tutta l’intenzione di infischiarsi della sua maledizione.

-Cavaliere Nero… carino da parte tua farti vivo. Ma come vedi sono nel mezzo di qualcosa, sarò da te in un paio di minuti.

-Ho detto lasciala andare, Topaz. Non l’hai già fatta soffrire abbastanza l’ultima volta ?

-Come mai tutta questa… oh, aspetta !

La strega afferra la mano destra di Carol… (ancora non si muove!)… e ne accarezza l’anulare, sentendo la fede nuziale nascosta dal guanto.

-Non ditemi che non mi avete invitata al matrimonio !

-Il tuo invito dev’essersi perso – risponde il Cavaliere Nero caricando verso la donna e sferrando il primo colpo… prontamente bloccato da un lembo della Cappa delle Ombre, che ha preso la forma di una spada e che para senza alcuna difficoltà ogni sua mossa.

-Non fa niente… sai, non credo avrei avuto un abito bianco per l’occasione. C’erano poche comodità dove mi  avevate rinchiusa… come si chiamava ? Oh sì…

Il mantello risponde all’attacco con improvvisa ferocia, disarmando il Cavaliere Nero e facendo ricadere a terra la Lama d’Ebano !

-L’INFERNO, Dane ! Non hai niente da dire in proposito ? E tu, Carol !?

Darklady stringe la morsa sul collo dell’eroina, avvicinandosi a lei carica d’odio… e Miss Marvel apre gli occhi.

-Sì, “tornaci”.

Due raggi di energia concentrata colpiscono la strega con abbastanza rapidità e potenza da coglierla del tutto impreparata, scaraventandola contro un palazzo dove sfonda da parte a parte ogni parete.

 

All’interno dell’appartamento che si sta già ricostruendo, Darklady si rialza in piedi proprio mentre il tetto inizia a crollare… lasciando cadere una Valchiria pronta a combattere che, brandendo una luminosa Spada Cremisi, la sta attaccando.

La Cappa delle Ombre si muove da sola nel tentativo di proteggerla, ma la spada rossa ne rompe il tessuto come se fosse solo tessuto. La strega non si aspettava che le proprie difese fossero così inefficaci, né che ci potesse essere qualunque colore in questo mondo in bianco e nero.

-Questo è per Ringer, strega ! – grida la Valchiria, e dalla forza che sta mettendo in questo fendente è chiarissimo il suo desiderio di vendetta.

Darklady, per quanto non se ne capaciti, ha paura. Chiede alla sua Cappa di farla scomparire dato che sembra impossibile proteggersi… ma degli artigli grigi la afferrano alle spalle, strappando via il mantello.

La Spada Cremisi la colpisce in pieno addome, anche se l’attacco voleva essere più letale. Il suo sangue nero macchia la lama rosso brillante, mentre la donna si accascia a terra cercando di fermare la copiosa perdita di sangue con entrambe le mani.

-Vorrei poterti accompagnare io stessa a Niflheim, maledetta…

-Val, avrei bisogno di una mano qui ! – chiede aiuto Hellcat, che sta faticando non poco a tenere sotto controllo il mantello vivente che si sta dimenando come un animale prigioniero.

La Valchiria osserva Darklady ancora in preda al dolore, mentre il sangue cola dalla Spada Cremisi. Ne solleva leggermente la punta, giusto all’altezza del collo della donna… quando improvvisamente si sente incredibilmente più debole, così tanto da faticare a tenere in mano la spada.

Darklady si rialza fiera, senza alcuna ferita, mentre la Valchiria si ritrova a stare in piedi con fatica… mentre la sua pelle avvizzisce, i suoi capelli diventano grigi e cadono, la vita le scorre davanti…

-Sì, è così che ci si sente ad essere mortali, Brunhilde. Adesso non è più così facile giudicarci, vero ?

La Cappa delle Ombre si libera della presa di Hellcat, contorcendosi come un serpente. Striscia rapidamente tra le braccia della sua padrona, mentre il cuore di Hellcat batte sempre più forte.

-Vuoi morire un’altra volta, Patsy ?

-Lascia… che ti aiutiamo, Topaz… qualunque cosa ti stia controllando, possiamo liberarti…

-Credi che sia solo questo, Hellcat ? Credi che ci sia qualche demone, qualche super-criminale che mi sta controllando mentalmente ? Non sono una povera ragazzina indifesa che ha bisogno di essere salvata, Hellcat, non voglio essere salvata.

-Solo tu puoi salvare te stessa, Topaz.

-Non…voglio…essere…salvata !!! – scandisce Darklady, mentre dal suo corpo si diffondono fiamme nere che strisciano contro le pareti e si avvicinano minacciose ad Hellcat.

-Questo è quello che volevo essere, Patsy. Questa è l’unica costante del mondo, ragazza… non riesci a vederlo ? Non vedi quanto sia sempre più forte, nonostante tutti i vostri sforzi ? Non vedi in che direzione è sempre andata l’umanità ? Il male, Hellcat, il male è l’unica cosa che non cambia mai. Una volta accettato, diventa tutto più semplice…

-Accetta questo ! – grida Miss Marvel lanciandosi all’attacco, così veloce da non dare tempo a Darklady di pensare ad una difesa; l’impatto scaraventa entrambe ben oltre l’appartamento, e solo una forte scarica mistica permette a Darklady di fermare l’attacco dell’avversaria.

Miss Marvel compie un’ampia parabola per guadagnare velocità e restare fuori dal raggio d’azione della strega… o almeno spera di esserlo… e raduna le proprie energie per un altro assalto frontale, dovendosi però fermare quando avverte un dolore lancinante al braccio.

Darklady è ad alcuni metri e non si è mossa… ma qualcosa l’ha appena tagliata sul braccio, un taglio molto profondo quasi fino all’osso ed estremamente doloroso. Prima che possa capacitarsene, un altro taglio appare su una gamba, impedendole di restare in piedi. Quando un taglio le lacera la schiena perforandone un polmone, solo la sua forza di volontà le permette di restare cosciente.

-Vigliacca… affrontami… di persona… - dice stringendo i denti, mentre un altro taglio le lacera il viso.

Darklady si richiude nel suo mantello, e solo gli occhi illuminati di grigio sono visibili sotto il cappuccio nero.

-Credevo volessi condividere tutto con tuo marito, Carol… lasciare che affronti la maledizione della Lama d’Ebano tutto da solo, che crudeltà. Ho pensato ti sarebbe piaciuto condividere con lui una parte così importante della sua vita… come, non dirmi che ho sbagliato ? Ti assicuro che sentirai ogni… singolo… taglio… che quella lama ha creato in migliaia di…

Darklady non termina la frase. Qualcosa le è appena piombato addosso ad una velocità incredibile; se al mondo ci fossero ancora i suoni normali, l’avrebbe sentito avvicinarsi come una bomba che cade.

Invece Nottolone le è piombato addosso all’improvviso, ed ha appena affondato gli artigli di una mano sulla sua schiena. La sta tenendo ferma con tutta la forza che ha in corpo, mentre gli artigli metallici lucenti passano attraverso il suo corpo fino ad arrivare al cuore… e ritrarre il braccio, intriso di sangue.

 

Darklady ricade a terra, mentre la Cappa delle Ombre si agita in modo scoordinato. Nottolone si abbassa, tenendo ferma la preda con una mano mentre l’altra si avvicina al volto della donna… ai suoi lineamenti ancora giovani e innocenti, normalmente nascosti sotto il nero cappuccio di odio.

Darklady apre gli occhi, mentre cinque artigli di adamantio sono fermi davanti a lei e pronti a colpire da un momento all’altro.

-Non crederesti a quanto mi sono costati – ringhia Kyle Richmond sotto la maschera che ne copre completamente il volto.

Topaz lo fissa, osservando direttamente la sua anima e sapendo che sta accadendo lo stesso anche per il suo nemico.

-Vai avanti. Sappiamo entrambi che non funzionerebbe – risponde alla minaccia implicita.

I due avversari restano fermi per qualche tempo, mentre i danni che la battaglia ha causato si stanno rimarginando. L’irrealtà del momento colpisce entrambi, finché Kyle non lascia andare la presa per afferrare un oggetto nascosto nel mantello… pur continuando a tenere l’altra mano pronta a uccidere.

L’oggetto che le mostra spaventa ancora di più la signora dell’oscurità di quanto non abbia già fatto la gelida determinazione di Nottolone… è una clessidra d’ebano.

-Come… come l’hai trovata !?

-Sento ancora le voci di questa città, Darklady. Puoi aver strappato i miei occhi, ma questo non mi ha fermato… non sei riuscita a distruggermi.

-Distruggerti ?

Darklady prima sorride, poi inizia a ridacchiare sommessamente. Con una mano afferra quella di Nottolone, e la muove per far girare la clessidra di 180°.

Le Sabbie del Rimpianto si muovono, e lo stesso ricomincia a fare il mondo.

Nottolone avverte all’improvviso il ritorno dei suoi suoni, con un’intensità che quasi aveva dimenticato nelle poche ore di silenzio che gli sono state concesse. Darklady ne approfitta per rialzarsi e recuperare la clessidra, riavvolgendosi nel proprio mantello.

-E’ stato molto conveniente, non trovi Kyle ? Che la pozione che ti aveva reso Nottolone ti abbia improvvisamente dotato di questo “udito mistico”, per sopperire alla mancanza degli occhi.

-Che cosa ne sai tu dei miei poteri ?

-Non credere che non l’abbia avvertito, Kyle… non sei sempre stato un eroe esemplare, vero ? Una parte di te ha sempre aspirato alla notte. Avevi bisogno di aprire gli occhi, e quale modo migliore che darti modo di vedere tutto ciò che non può essere visto ?

-Ancora bugie, come sempre. Non ha funzionato, Darklady, rassegnati, non hai speranze. Abbiamo vinto noi, ricordi ?

Darklady sorride di gusto, alzando di nuovo il cappuccio e scomparendo tra le ombre di New York. Mentre esce da questo piano della realtà, la sua voce docile sussurra:

-Ne sei sicuro ?

 

Empire State Building, 666° piano

Darklady entra nel proprio appartamento tra paradiso e inferno, piazzando le Sabbie del Rimpianto in bella vista come primo trofeo del suo ritorno sulla Terra.

Una nebbia di zolfo ricopre tutto il pavimento, ma lei non sembra farci troppo caso… ad essere onesti, quell’odore sta cominciando a piacerle molto.

-Hai svolto un lavoro esemplare – si congratula il demone cardinale Zel, osservando la vista panoramica delle enormi finestre.

-Considerando che non avevo la minima idea di quale fosse il lavoro, direi che è un buon risultato no ?

La Cappa delle Ombre si muove da sola, riponendosi sull’appendiabiti all’ingresso. Darklady si toglie gli stivali di pelle coi tacchi e si siede tranquillamente sulla sua poltrona.

Ad uno schiocco di dita, davanti a lei appaiono un piccolo trono ed un vassoio con due bicchieri di champagne.

-La notte è ancora giovane, Zel. Perché non discutiamo un po’ di lavoro… per esempio, dicendomi esattamente per chi lavori ?

Il demone si avvicina molto lentamente, sedendosi con calma e regalità sul piccolo trono. Con una mano indica verso il basso, insistentemente… in senso più stretto, sta indicando “sottoterra”.

-Oh. Quale signore assoluto degli inferi, allora ? Ne ho incontrati almeno cinque.

-Quello vero, Darklady. La somma di tutti coloro che ha incontrato… il male incarnato, la fonte di ogni oscurità, il signore delle tenebre, il…

-Okay, okay, ho capito l’antifona.

La donna beve un sorso di champagne, mentre il suo interlocutore non si muove. Non deve necessariamente credergli… esistono migliaia se non milioni di demoni ed entità extradimensionali e forze maligne a contestarsi il titolo di “vero diavolo”… ma chiunque di loro abbia inviato qui Zel, ha sicuramente accesso ad energie mistiche oltre ogni comprensione, persino la sua.

-E cosa vorrebbe un essere di tale livello da un’umile praticante della magia nera come me ?

-C’è qualcosa di marcio nell’universo, Darklady. La bilancia tra il bene e il male sta pendendo dalla nostra parte ultimamente… ed il mio principale sta lavorando per assicurarsi che una volta raggiunto un equilibrio di nostro gradimento, la bilancia non si possa più muovere. Sfortunatamente esistono altre forze nell’universo a noi ostili e, per farla breve, siamo sotto una vigilanza così costante da essere costretti ad agire tramite una serie di piccole azioni… così insignificanti da non allarmare i nostri “concorrenti”.

-“Piccole azioni” ? Bloccare tutto quanto il tempo sarebbe… hmm, molto interessante. Mi dica, Zel… esiste la possibilità di incontrare di persona il suo principale ?

-Potrebbe essere organizzabile. Ma per farlo dovrebbe morire. Permanentemente.

-Ripensandoci, anche i signori dell’oscurità hanno diritto a un po’ di privacy. Sicuro di non voler bere niente ?

 

Richmond Enterprises

Kyle “osserva” il nuovo costume di Nottolone, protetto dietro una teca di vetro antiproiettile. Ancora si chiede perché abbia aspettato così tanto prima di indossarlo… e allo stesso tempo, perché sia stato così veloce a scegliere questo giorno.

Forse qualcosa dentro di lui aveva capito cosa… o meglio chi c’era dietro a quello che stava succedendo ? Forse era l’impazienza di vedere il frutto del suo lavoro e del suo denaro ?

O forse qualcosa nella notte lo stava chiamando, ed ora lo sta osservando da quella maschera nera e da quei grossi occhi metallici gialli che come un gufo lo stanno studiando…

La notte sta chiamando. Il telefono squilla.

Con le orecchie ben tese al costume, Kyle risponde…

-Pronto.

-Kyle, sei libero stasera ? Volevo dare una festa per il nuovo appartamento… ma dopo oggi, forse è meglio restare tra amici. Che ne dici ?

La voce di Patsy Walker alias Hellcat lo distrae un attimo. A fianco dell’uniforme notturna, nera e con quegli orribili occhi gialli, il suo vecchio costume si fa sentire.

La notte sta chiamando… ma Kyle decide di ignorarla.

-Sì… credo di aver bisogno di un po’ di amici, di questi tempi.

 

CONTINUA